Dalla riscoperta della “riggiola” antica, modulare o a gran disegno, alla maiolica che diviene interprete del design nelle forme e nei colori conservando la qualità delle lavorazioni con tecniche antiche. Con “le espressioni della maiolica” voglio proporre le mie esperienze nella lavorazione delle terrecotte e degli smalti, attraverso la ricerca e lo studio delle trasformazioni che la riggiola partenopea ha subito nel corso dei secoli. Napoli scopre la riggiola intorno al 1440 quando, per volere di Alfonso il magnanimo, sbarcano dalla Spagna i primi carichi di rajolates valenziane (piastrelle decorate) per poi sviluppare, nel corso dei secoli, stili e tendenze proprie fino al punto di divenire nel ‘700 un esempio nel mondo, di eleganza architettonica e maestria artigianale. In ogni secolo la maiolica partenopea è caratterizzata da un tipico stile decorativo e colori predominanti, ma è sempre presente, nei progetti degli architetti la voglia di osare, di stupire, di innovare, e nelle mani degli artigiani la capacità di trasformare quelle idee rendendo reali quei progetti ambiziosi. Nascono così i pavimenti a gran disegno, gli arredi da esterno, le cupole decorate delle chiese e i chiostri maiolicati del settecento, secolo d' oro per la città e per le sue arti. Oggi mi propongo di ripercorrere quella storia, di riproporre la maiolica come elemento, come materia, come mezzo per arredare, innovare e forse stupire, ricercando nei decori di un tempo ma spaziando anche nelle forme contemporanee e nel design. Lo studio e l'osservazione di ciò che mi circonda e delle tradizioni della mia città sono caratteristiche fondanti del mio lavoro, affrontato con curiosità morbosa nel tentativo di collegare e poi fondere il passato e il presente, di aggiornare una storia che si è interrotta e di riaffermare l' utilizzo di lavorazioni manuali come come l' unica garanzia di una identità ed esclusività del prodotto. |